LORENZO HENGELLER E IL FASCINO DISCRETO DI UN GIOVANOTTO DEL JAZZ
Questo concerto nasce dallo stupore e dalla voglia di raccontarlo...
Mi stupisce sempre la sapienza della "leggerezza" delle note di Kramer e dei suoi baffi sorridenti.
Mi stupisce ancora la grandezza di Carosone che, in un film, suona un pianoforte con sopra adagiato il servizio buono da caffè (…)!
Mi stupisce ancora sentire le canzoni jazz di Luttazzi e dei Cetra piene di swing e mi stupisce oggi sentire dischi di jazz senza nemmeno un po' di swing...! Da tutti ho imparato che il solo modo piu` attuale di fare jazz è: "Usarlo!"
Tutti i brani dello spettacolo, inediti e non, sono il risultato di questo stupore, non di impressioni momentanee sorte dal nulla. Insomma, lo stupore vero, quello fatto di memoria, non di novità.
Lorenzo Hengeller
Immaginare Napoli invasa da tanti pianoforti mi dà l'idea di una rivoluzione; fatta non da uomini ma da strumenti di bellezza, di felicità.
Il concetto di invadenza, per me, è senz’altro rivoluzionario ma anche caratteriale; io nasco in una città invadente ma ,di contro, sempre invasa; molto spesso invasata; Napoli è invadente in tutto, nel bello e nel brutto, nell’alto e nel basso, e soprattutto lo è nella musica.
In questo concerto mi cimenterò a mescolare le invadenze che coltivo nelle mie canzoni al pianoforte insieme a Gianfranco Campagnoli.
Il jazz nella canzone , lo swing nelle storie “surreali”, il doppio senso dentro il senso unico della leggerezza , saranno gli ingredienti del concerto passando tra i “classici” del mio repertorio come “guapparia 2000”, “lo swing del giornalaio”, “embè”, fino a brani del nuovo disco “ Gli stupori del giovane Hengeller” come “il bacio pletorico” e “preferisco la gassosa”.